Con la bocca dal lato del mare
aperta
per i campi
tanto più grandi.
Con la birra in disciplinate vene
camminano senza gioia
e tu dici senti
che silenzio
e io che guardo
palazzi di secoli
con le grida tenute dentro.

Sarà che sono passati troppi
in questo crocevia
che ancora Il castello
incombe
sulla casetta del suo scrivano,
impiegato
Franze Kafky.

Abbiamo unito i nsotri passi
nella direzione della Moldava.
Il ponte Carlo alle spalle
i torrioni medievali
e i bambini
di Terezin
all’orizzonte
nostro e loro.

Informazioni su linodigianni

www.linodigianni.it
Questa voce è stata pubblicata in poesia, poesie mie. Contrassegna il permalink.

Una risposta a

  1. imaginaire ha detto:

    Franze Kafky, si rivolterebbe nella sua tomba se solo sapesse…

Lascia un commento