O’ fum-i-r

Cara mamma, andiamocene.
Raccogli il tappeto luminoso
Di tutte le notti che hai guardato
Il cielo, prima dei ventanni.
E spostalo.

Questi ancora ci chiamano quelli

Della Bassa Italia.
Sono, asini, son muli
E noi con loro.
 
Gli scappa, se parlano
Senza soffermarsi.

E sen non chiamano te

Marocchino, o baluba o mau mau
Stai tranquilla che ce l’hanno col negro di
Turno.

Cara mamma, non so dove.
Non in Somalia, sparano da ventanni.
Il mio amico dice che si spostano di notte.
Non in Azherbaijan, che si tagliano

La gola, coi curdi.

Non In Cina, Non Aghanistan.
Non nel nostro Sud, che io

Neanche ho conosciuto.
Piacere, come state, assettattavi
Io sono atta-n-t- vostro padre
Sono il Sud chea adesso
È terra di rapina, come sempre.

Ascolta, madre, le raganelle

Sotto gli ulivi
Il pomodoro, sul pane
Con l’aglio, l’olio.
E l’origano, l’origano.

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2 risposte a O’ fum-i-r

  1. giuba47 ha detto:

    Passo di qu, via Zena… Bellissimo quello che scrivi, te lo dico di cuore.

  2. linodigianni ha detto:

    Grazie molte, Giuba..
    Un saluto, a te e alla cara amica Zena..

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